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Le esperienze raccolte in questo Quaderno nascono dalla voglia di leggere il mondo usando il teatro. È il caso dei progetti raccontati nella prima parte, che trattano di crisi del lavoro, delle tante possibili definizioni di "famiglia" e di migrazione. Oppure si tratta di azioni, come quelle raccontate nella seconda parte, che nascono dal forte bisogno o desiderio di far nascere, grazie al teatro, parentesi di bellezza e di gioia in contesti di disagio e di difficoltà: il teatro realizzato in scuole di frontiera o periferie disagiate, il teatro come sussidio nell'apprendimento della lingua italiana da parte di persone con un background di migrazione, il teatro in rapporto alla disabilità, il teatro che fa dialogare e mette a confronto diverse generazioni. Nella terza parte riflettiamo sulla questione del teatro a scuola, che non ha ancora trovato, in un adeguato supporto istituzionale legislativo ed economico, quell'attenzione che garantisce solidità e continuità. Vi sono poi, nella quarta parte, esempi di teatro come strumento di cittadinanza attiva e per una socialità multiforme. Nella quinta parte, è il teatro a mettere in questione se stesso e le sue forme consolidate per vedere se sia così possibile abbattere il diffuso pregiudizio che lo racconta come luogo vecchio, noioso ed elitario e operare per fare invece del teatro un luogo d'incontro e inclusivo.